Vai al contenuto

La disciplina del legal design si sta affermando in ambito professionale a seguito di una vivace collaborazione accademica internazionale che ha dato slancio e legittimazione ad un approccio alle questioni legali incentrato sulla persona/utente al fine di prevenire o risolvere problemi legali.

Come progettisti legali, crediamo che il sistema giuridico possa essere più semplice, più coinvolgente e più facile da usare. Il nostro obiettivo è quello di rendere il sistema legale più umano: questo include il modo in cui le informazioni vengono presentate, i processi e le politiche.
Il Legal Design ci spinge a migliorare il modo in cui comunichiamo, forniamo servizi e stabiliamo regole e politiche, il tutto con l’obiettivo di migliorare l’esperienza, la comprensione e la responsabilizzazione degli utenti.
Crediamo che i metodi ed i principi di progettazione e le discipline visive possano rendere migliore la comunicazione delle informazioni legali e facilitare le interazioni tra le persone e i sistemi legali.
[…] Il Manifesto mira a migliorare la comprensione del Legal Design ed a promuoverne l’uso. Il Legal Design può aiutare a creare documenti, servizi e sistemi legali funzionali, inclusivi e trasparenti.
Il Legal Design richiede un cambiamento di paradigma negli atteggiamenti, negli obiettivi e negli approcci degli avvocati.
Richiede anche la partecipazione di una comunità multidisciplinare di operatori del settore
.” (1)

Legal design manifesto v. 2

Il termine design non deve essere inteso – in maniera volgare – solo nella sua accezione legata all’estetica ed alla ricerca del bello, ma deve essere prioritariamente collegato alla fase di progettazione del prodotto o del servizio (2).

Questo paradigma si esplica nel binomio user experience (UX) – user interface (UI): la prima si riferisce alla relazione tra l’utente ed un prodotto, un servizio o un’azienda e ricomprende tutte le esperienze di interazione tra essi; la seconda è circoscritta all’interfaccia che si frappone fra l’utente e la macchina per consentire la loro interazione.

Nella c.d. gerarchia dei bisogni le interfacce ben fatte possono dare solamente un piacere superficiale, mentre se il prodotto o il servizio è funzionale alle necessità, affidabile e facilmente utilizzabile, l’utente avrà un’esperienza desiderabile ed altamente piacevole.

Approfondendo le linee guida del manifesto del legal design, possiamo focalizzare alcuni elementi caratterizzanti che il “progettista” deve seguire nel proprio lavoro.

Atteggiamento

Occorre concentrarsi sull’uomo / utente piuttosto che pensare solamente a rispettare i requisiti di legge.

É necessario prevenire conflitti e problemi con un atteggiamento pro-attivo, ovvero guidare l’utilizzatore verso i risultati desiderati; ciò andrà ricercato attraverso la progettazione di un prodotto/servizio che renda semplice capire e fare la cosa giusta, ovvero sia efficace.

Questo tipo di risultati potrà essere ottenuto solamente condividendo le professionalità in un team interdisciplinare, verificando il riscontro effettivo delle applicazioni teoriche che devono sempre essere convalidate con metodo scientifico.

Scopi

Bisogna fornire soluzioni vantaggiose per tutte le parti coinvolte (win – win): per raggiungere questo obiettivo occorre comunicare con chiarezza e rendere le parti consapevoli dei propri diritti e doveri.

Ciò genera la fiducia necessaria a sostenere relazioni di lungo periodo; occorre dare risalto agli aspetti che generano valore piuttosto che limitarsi a gestire i rischi.

Approccio

L’applicazione di questi principi deve essere contestualizzata ed orientata ai diversi problemi concreti da risolvere, senza barriere disciplinari.

Occorre condividere e palesare i processi per una progettazione efficace; potranno essere utilizzati strumenti visuali per fornire interfacce ed esperienze ben progettate, quindi semplici: l’utente non dovrà percepire la complessità del sistema sottostante.

Il metodo da utilizzare privilegerà la rapida sperimentazione di prototipi piuttosto che la ricerca immediata di soluzioni definitive; il riscontro andrà ricercato tra gli utenti per misurare l’impatto delle soluzioni offerte.

I progetti migliori dovranno essere sistematizzati e resi riutilizzabili attraverso degli standard condivisi.

Essi andranno orientati e predisposti al semantic – web, per applicazioni digitali o multicanale.

Arrivando alle conclusioni di questa breve introduzione, il progettista legale potrà risolvere, con strumenti e forme innovative, i problemi giuridici adattandoli anche ai nuovi contesti; non dovrà solamente valorizzare la fruizione grafica, ma – utilizzando la mentalità del principiante – dovrà offrire una soluzione sartoriale adatta alle specifiche necessità delle parti, privilegiando il punto di vista dell’utente.

(1) Docenti e Ricercatori delle Università di Stanford, Bologna, Bruxelles, Vaasa, Aalto e Lussemburgo hanno dato vita alla Legal Design Alliance, “una rete di avvocati, designer, tecnici, accademici e altri professionisti che sono impegnati a rendere il sistema giuridico più incentrato sull’uomo e più efficiente, attraverso l’uso del design” (trad. dell’autore – https://www.legaldesignalliance.org – gennaio 2020); per promuovere e diffondere le loro iniziative hanno pubblicato il “Legal design manifesto” v. 2 da cui è tratta la citazione (trad. dell’autore).

(2) Notissima la definizione di design di S. Jobs: “Design is not just what it looks like and feels like. Design is how it works.”